Il sito si trova a nord della penisola di Tabarka a 200 m dalla costa e alla profondità di 25 m.
Si compone di un ceppo d’ancora in piombo lungo 1.80 m e di una contromarra in situ che la datano probabilmente all’epoca romana. Questa ancora isolata appartiene al tipo più comune e deve essere stata mollata da una nave in difficoltà per le intemperie. Nell’antichità le navi trasportavano sicuramente diverse ancore per fronteggiare situazioni di emergenza ed i frequenti rischi di perdita.
Secondo le tecniche d’ancoraggio, e considerato il volume ed il peso che poteva raggiungere i 300/400 kg, era necessaria una apparecchiatura per gettare l’ancora.
Il patrimonio di anfore sparso su un fondo sabbioso apparteneva ad una collezione, frutto di fortuiti decennali prelievi, che è stata a lungo esposta presso il club nautico di Tabarka e poi rimessi nel luogo di giacitura originale secondo le indicazioni di subacquei locali. Queste anfore coprono diversi periodi storici andando dall’epoca punica fino all’età moderna e si caratterizzano per le provenienze molto varie perché, oltre alla locale produzione punica e africana comprendono anche l’Italia e la Spagna. Queste ultime testimoniano gli scambi commerciali esistenti tra Tabarka e le altre città del Mediterraneo. E’qui che si avviano le produzioni cerealicole delle piane della Haute Medjerda, e le materie prime come il marmo di Chemtou e il legno della Kroumirie, confermando il suo ruolo di zona di transito per eccellenza, nonché come punto di incontro delle rotte terrestri e marittime.

Fiche itinéraire de l'ancre

Photos: Slim Medimegh