Le vestigia archeologiche che costituiscono questo itinerario giacciono su un fondale roccioso che varia tra 18 e 24 m di profondità. Le rocce formano sul fondale dei tunnel, e l’itinerario presenta:

• due ancore in buono stato di conservazione che testimoniano le tecniche d’ancoraggio utilizzate dal XVII al XIX secolo

• un’ancora litica trapezoidale a un foro per il fissaggio del cordame, la cui efficacia era essenzialmente legata al suo peso. Le prime apparvero 3000 anni fa ma la loro datazione resta difficile perché i marinai hanno continuato a farne uso fino ad epoche recenti.

Si può ammirare sotto una roccia un ceppo d’ancora romana lunga circa 2.40 m e, a poca distanza, un secondo ceppo lungo 1.60 m giacente su un ghiaione roccioso.

A fine percorso un altro ceppo di dimensioni modeste, 60 cm, e il corredo anforaceo è scarso: frammenti di anfora vinaria Dressel 1 databili al II-I sec. a. C. di origine italica, e frammenti di anfora olearia databili al II-III sec. d.C. di origine africana.

Lungo il percorso la visibilità è mediocre e le correnti possono essere forti, la fauna e la flora sono abbondanti e variegate.

Fiche itinéraire des Tunnels

Photos: Slim Medimegh